domenica 1 gennaio 2012

La guida Sbagliata /4


Illustrazione di Silvia Marinelli

Ancor prima di avvertire sulla lingua il retrogusto di arancia e Campari, il sorso di cocktail mi esplode nel fegato. L'afrore dei soldi e il tintinnio delle monete sull'alluminio di una slot machine, che segna un poker di limoni, sanno di crisi e di economia marcia, d'azzardo a perdere.
Il bar si affaccia su una misera traversa di una nota arteria della città, è l'anticamera di una criminalità latente, la cartina tornasole di un paese che caracolla in avanti, colpito alla schiena da un pugnale ignoto che nessuno ha il coraggio di sfilare. 

Un uomo dai lineamenti arabi, che ha l'aria di conoscere questo bar come le sue tasche, discute al telefono, in inglese, di affari e sangue. 
I'm a business man, ok? You are my god but I want respect and I want your friend Nico here, in five minutes, ok?
Me lo dice in faccia, come se non valesse più la pena nascondere i propri affari sporchi. Sento la testa pesante e il corpo inchiodato a terra. 
Non è mancanza di lucidità ma la spiazzante rivelazione di un dettaglio che mi ha permesso di capire una storia che fino a poco prima mi sfuggiva.

La deflagrazione assordante della bomba piazzata alla sede di Equitalia, la sensazione tattile dei polpastrelli sulla carta ruvida di una busta contenente un proiettile, la rapina a un blindato portavalori, la protesta di un manipolo di uomini alle terme di Caracalla contro un sistema senza nomi. L'ultimo capitalismo, l'epilogo di una supremazia, il prologo di un nuovo ordine mondiale e in mano un cocktail gelido che filtra ogni idea. 

Mi può cambiare?
Sono cinquecento euro. Allunga la banconota al cinese in cassa, che conta dieci pezzi da cinquanta nelle mani del cliente. Una transizione semplice, portata a termine con la mia lingua, che a me serve solo a chiedere un Negroni Sbagliato.
Bevo e fisso la gente del bar mentre penso cose mie. Mi dicono, chi sta con me, di smetterla, che sembra che voglio attaccar brighe. Invece no, mi sto solo specchiando, mi pare di sentir montare la violenza, la non sopportazione, il rifiuto, l'anarchia meno nobile, il desiderio di farcela con un gratta e vinci e l'impossibilità di avere un nemico con il quale prendersela. 

Entri in questo bar di via Tadino, che però lo scontrino dice di trovarsi in via Palazzi, e sei in un rotocalco di cronaca nera. Ma non c'è nulla di sensazionale, niente di inaudito, qui ci si allena al male. Ed è solo un bar in un paese di bar.


Bar Caffè Venezia
via Tadino 6
Zona Porta Venezia
Prezzo Sbagliato 3,50 euro


Niente di quello che avete letto è esistito. Tranne, ovviamente, ciò che è vero.

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